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Un'unità produttiva di 30 milioni di maschere in Vallonia.

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Con il sostegno finanziario della Regione vallone, la società carolos Deltrian avvierà la produzione di maschere chirurgiche entro la fine di maggio.

Pubblicato il 31.03.2020

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Table des matières

1.

Fine maggio

2.

Decontaminare le maschere usate

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Jean Kalyvas

Chief Information and Marketing Officer

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Troppo dipendente da attori esteri per l’approvvigionamento di maschere per il personale sanitario, la Regione vallone ha deciso di creare un’unità di produzione di maschere in Vallonia. Il progetto, realizzato alla velocità della luce dalla SRIW e dalla Sogepa sin dall’inizio della crisi, è stato approvato dal governo PS-MR-Ecolo. La produzione potrebbe iniziare alla fine di maggio o un po’ prima.

Fine maggio

Concretamente, la produzione sarà divisa su due linee e gestita da Deltrian protective equipment, una nuova filiale dell’azienda Deltrian International, nella quale la Regione deterrà il 49%. Questa società con sede nella regione di Charleroi è attiva nella filtrazione dell’aria. Con l’aiuto della Regione vallone e dei suoi strumenti finanziari, Deltrian acquisirà le macchine in Germania. Il piano finanziario della joint venture prevede un investimento di 1,2 milioni di euro. Oltre al 49% del capitale della società che ammonta a 250.000 euro, gli strumenti finanziari hanno concesso un prestito di 450.000 euro.

Sul campo, l’unità produrrà 30 milioni di maschere chirurgiche all’anno. La fattibilità del progetto è garantita da strumenti completamente automatizzati.

"Siamo in costi che si avvicinano a quelli del mercato al di fuori del periodo di crisi"

Olivier Bouchat, vicepresidente del comitato di direzione di SRIW

Decontaminare le maschere usate

Parallelamente alla produzione industriale di maschere, il governo vallone spera ancora di finalizzare rapidamente il lancio di una filiera di decontaminazione di maschere chirurgiche e di protezione respiratoria (FFP2/3) usate. Cinque tipi di metodi (irradiazione gamma, irradiazione UV, ossido di etilene, calore secco e plasma) sono stati testati scientificamente dal CHU di Liegi, 3 aziende (Sterigenics, AMB Ecosteryl, Lasea) e 2 centri di ricerca (Materia Nova, CentexBel).

Il progetto di AMB Ecosteryl si basa ad esempio sulla decontaminazione con calore secco. Sottoposto a 70° per 30 minuti, il coronavirus non resiste. Il processo dovrebbe consentire al personale sanitario di sterilizzare il proprio materiale prima di riutilizzarlo. L’idea è quella di poter moltiplicare la durata di vita delle maschere per due o tre grazie a questo processo di decontaminazione.

Il protocollo sviluppato da tutti questi attori sarà inviato mercoledì all’Agenzia federale dei medicinali e dei prodotti sanitari (AFMPS).

"Se questa pista verrà approvata dall'Agenzia nei prossimi giorni, il processo di decontaminazione potrà essere operativo in tre settimane"

Il governo vallone

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